Thursday, July 06, 2006

(Abruzzo) Cultura e Società




Scultura *** Ferdinando Gammelli
Ferdinando Cammelli era nato Pescara nell'anno 1913 e dopo aver frequentato la scuola d'Arte di Penne e i corsi delI'Istituto Superiore di Monza, dove ha avuto come insegnanti i maestri d'arte Marino Marini Pio Senenghini, approda dal 1938 al 1943 all'Accademia Albertina di Torino. E proprio nel capoluogo piemontese visse l'esperienza accademica insieme allo scultore Umberto Mastroianni, dando vita ad un sodalizio artistico vivo e produttivo per ambedue gli artisti.
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Nella foto Gammelli (a destra) insieme a Umberto Mastroianni
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Era il tempo in cui nel campo dell'arte si andava alla ricerca di sensazioni nuove, di rinnovamenti continui; ma Gammelli, tnace come una roccia, resiste all'urto del nuovo con fermezza
La sua scultura sembra assopita nel tempo; ma non è così perché essa è viva e respira con polmoni della migliore plastica e con la sua autenticità spazza il dilettantismo imperante nell'arte.

E' presente a mostre Regionali e Nazionali e tra i premi più importanti ricordiamo: Premio Raymond nel 1942; Premio Temi – nel 1951 ; Premio Fiorino a Firenze.

Tra le sue opere segnaliamo: l'immediatezza espressiva di “Un pugile in riposo"; e le "Belle figure femminili". Ma tra le più significative sicuramente possiamo annoverare le opere custodite nel Museo Sabaudo di Torino.

Diede vita ad una scuola di artisti‑amici (citiamo Di Fabrizìo, Izzi, Di Blasio S., Rocco S. Benedetto, Napoleone ( Del Conte) che potremmo chiamare "La scuola di S. Silvestro” in quanto il centro degli incontri, degli studi e delle ricerche era proprio la bella casa da lui costruita sul nostro colle.

Ferdinando Gammelli si è spento nel 1983, cioè venti anni prima dell'uscita di questo volume, ma molti lo ricordano (non soltanto chi si nutre di arte) per il suo spartano modo di concepire la vita e la casa.
Si era costruito un edificio in una zona panoramica, forse il sito più bello d'Abruzzo, da dove lo sguardo poteva spaziare nelle giornate limpide a trecentosessanta gradi senza incontrare ostacoli.
Ma non era una villa intesa nel senso classico del termine, era una casa grezza, senza comici, senza decorazioni che potessero inquinare quella sete di naturalezza a cui Ferdinando si e sempre ispirato.
Quando entravi nel suo "covo" dovevi fare lo slalom tra autentici capolavori, sculture preziose sui quali potevi vedere saltare il gatto di casa.
La fine dello scultore che creò il "Cenacolo di San Silvestro" segnò, purtroppo anche l'inizio di una inarrestabile cementificazione del nostro territorio.
Finché visse lo scultore il Colle restò come i millenni l’avevano modellato, poi vennero i villini a schiera e scomparve per sempre quella sua preziosa peculiarità che piaceva tanto a Ferdinando Gammelli.
Egli ripeteva spesso: "... Nelle giornate limpide mi sento al centro d'Italia, mi posso godere totalmente la mia terra, dal Gran Sasso, alla Maiella, dalle Tremiti al Conero...",
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Capitolo tratto dalla STORIA DI S. SILVESTRO (secondo Volume pag. 523) di Romano Di Bernardo - Enzo D'Ascanio - Edizione SIGRAF -
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