Friday, June 05, 2009

L’AQUILA DEVE RIAVERE AL PIU’ PRESTO IL SUO CENTRO STORICO




Leggo alcuni titoli: L’Aquila, primo appalto, Abruzzo fuori; Ora ridateci la città; Raddoppiano i prezzi nei bar e nei supermercati; Pelosi ricorda l’Abruzzo in USA.
Hanno sfilato silenziosi migliaia di aquilani nel centro storico fino alla casa dello studente, simbolo atroce che ricorderà sempre la notte del 6 aprile mentre altri scenari del post sisma facevano intravedere malcontento, stanchezza ed anche speculazioni indegne di “mercanti del tempio” che raddoppiano il prezzo del panino.
Il primo grosso appalto per la ricostruzione è stato aggiudicato ad una impresa del Nord, e questo è già un segnale negativo. Ma questa ricostruzione è indirizzata verso il ripristino del cuore della città? Il piano conto della esigenza vitale dei 10.000 aquilani che vogliono tornare a vivere nel centro storico ?
Intanto la proverbiale pazienza e lo spirito di sopportazione degli sfollati cominciano a lasciare il posto alla stanchezza degli sfollati.
Forse è stata fatta troppa retorica sul carattere degli abruzzesi e qualcuno può essere indotto a pensare che la dignità e la forza d’animo dimostrate dalla nostra gente nei giorni della tragedia possa far pensare che gli abruzzesi siano in fondo dei fatalisti rassegnati a sopportare qualsiasi evento avverso senza protestare.

Quello che più mi colpisce è mi indigna come abruzzese è la ignobile speculazione di quei commercianti che raddoppiano i prezzi dei generi alimentari. E’ pur vero che in ogni comunità può annidarsi il virus del “mercante disonesto” ma in questo caso non sarebbe esagerato punire in modo esemplare chi a L’Aquila vende un panino a 4 € e un trancio di pizza margherita a 3 €.
In un contesto
Ma nonostante tutto non dobbiamo disperare e rattristarci troppo perché questo accade mentre migliaia di iniziative di solidarietà in favore dei terremotati abruzzesi spuntano da ogni parte d’Italia e del mondo. Elencarle tutte sarebbe impossibile perché molte di queste non sono nemmeno segnalate dalla cronaca. Pensiamo ad una remota classe di una scuola elementare tedesca dove i bambini donano il ricavato della loro recita di fine anno ai loro coetanei aquilani, ai concerti di beneficenza, alle partite di calcio, alle centinaia di raccolte da parte di associazioni culturali, alle trasmissioni televisive e radiofoniche….pensiamo a questo immenso coro di solidarietà e di affetto che riempie di vera commozione e riconoscenza il nostro cuore di abruzzesi e ci accorgiamo quanto sia piccolo e insignificante il bottegaio avido e disonesto.

L’Aquila in questo momento ha bisogno di essere rassicurata che la sua identità venga conservata. I suoi cittadini vogliono che Piazza del Duomo ritorni ad essere frequentata come tutte le altre piazze e gli altri borghi dove risiede l’anima dell’Abruzzo. Quando da Pescara mi recai, adolescente, in gita scolastica a visitare il Castello spagnolo e poi le 99 cannelle e tutte le altre preziosità artistiche e culturali aquilane capii che lo spirito campanilistico di molti pescaresi che reclamavano la capitale regionale era un atteggiamento quasi sacrilego e mi innamorai di quella Città lontano dal mio mare ma molto vicina a quel Gran Sasso che ogni mattina potevo osservare dalla mia finestra. Capii che quella cima poteva e doveva rappresentare l’Abruzzo intero. E quella cima è impressa nella mente di ogni abruzzese.


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